Sarà che sono un’ottimista, sarà che nella vita capitano tante cose, ma in un momento di apatia mi sono trovata a cercare una mano e l’ho come sempre trovata in fondo al mio braccio. Invece di crogiolarmi nell’apatia ho provato a fare qualcosa di diverso, soprattutto perché avevo voglia di sentirmi diversamente.
E così invece di sdraiarmi per un’ora mi sono sdraiata per mezz’ora e nel resto del tempo ho fatto qualcosa di utile e produttivo (svuotare e rimontare la lavastoviglie e piantare due piante). Poi sono andata fuori a cena e non avendo fatto molto tardi ho svuotato la seconda lavastoviglie e montato la terza (ho sempre un sacco di roba da lavare), gettato via cose inutili che ero stufa di vedere, ho riorganizzato parte della cucina e gettato via altre cose rotte (che poi le potrei sempre incollare, sì, certo, l’ho detto tre anni fa). E poi mi sono guardata intorno e ho trovato dei semi che avrei dovuto piantare in primavera e li ho piantati, non so se uscirà fuori qualcosa, questo lo saprò tra un paio di mesi suppongo. Ma l’ho fatto e qui sta la differenza.
C’è un momento per fare e uno per fare altro. Ci perdiamo in continuazione e va bene, fa parte di noi, ma quando quella sensazione di smarrimento ci infastidisce è ora di lottare per star meglio, perché alla fine l’unica cosa che dobbiamo a noi stessi è la felicità.