Parlare delle proprie gioie

Parlare delle proprie gioieParlare delle proprie gioie

Giringirando su Linkedin ho trovato questa frase: parlare dei nostri problemi è la nostra maggior dipendenza. Rompete l’abitudine. Parlate delle vostre gioie.

Poi un contatto FB posta due righe sulla felicità, su quanto noi intorno agli altri e gli altri intorno a noi, anche se non siamo amici o parenti, ci si infonda felicità reciproca, quindi intorno dovremmo volere persone felici.

Ora non siamo nel mondo delle favole, se qualcuno ha bisogno si aiuta, se qualcuno che amiamo soffre gli stiamo vicino, ma se abbiamo intorno persone lamentose per partito preso: no. No, perché lamentarsi è solo un’abitudine e io non vogli abituarmi ai problemi, voglio abituarmi alla gioia.

Ultimo elemento, una riflessione molto personale (vi sono mancate eh?). Spero di riuscire a spiegare il concetto che non è così chiaro forse neanche nella mia testa. Prendete il vostro pensiero, problema o preoccupazione più pesante, truce, impegnativo, fatto?

Ok allora pensate che ogni persona che vi vuole più o meno bene vi chiede come vada quella cosa. Giorno dopo giorno. Tutti i giorni. Vi sentite meglio? Sollevati? Felici di aver condiviso? Forse con qualcuno. Ma gli altri non hanno reso il vostro pensiero solo più pesante?

Se non volevate pensarci vi è tornato prepotentemente alla mente, se volete del tempo per metabolizzare la cosa non ne avete avuto l’opportunità, se vi sono stati dati dei consigli non graditi vi siete alterati per il turbamento in sé e per i consigli. Quindi?

Come prima cosa ditelo sinceramente che di quel problema non vi va di parlarne, chi vi vuole bene capirà, chi non capirà potrà serenamente proseguire per la propria strada. Seconda cosa iniziate a parlare delle vostre gioie a pensare alle vostre gioie, perché ci sono.

Le gioie ci sono ed essere grati per esse, farsi entusiasmare da qualcosa di bello, anche se piccolo, è una dote meravigliosa. Tanto più che il periodo non è facile, isoliamo sfigati e sfighe, liberiamo la mente dalle scorie altrui e carichiamoci di gioia. Gioiosi noi, gioiosi gli altri, chissà che non finisca tutto bene!