DI PIACERE, DI ATTESA DEL PIACERE, DI VIAGGIO, DI META, DI VIZI E DI VIRTÙ

DI PIACERE, DI ATTESA DEL PIACERE, DI VIAGGIO, DI META, DI VIZI E DI VIRTÙ

Supergnocca che ammica a superbello della pubblicità di una roba rossa da bere. In sottofondo la voce narrante che suggerisce che “L’ATTESA DEL PIACERE È ESSA STESSA IL PIACERE”.

Macchina confortevole, che macina chilometri silenziosamente, che esalta tutto quello che c’è prima della meta, perché il viaggio inizia alla partenza.

Tirando le somme, visto che il piacere viene inteso come un momento piuttosto rapido e sfuggente, meglio accorparci qualcosa a quel piacere. È come quando a scuola veniva assegnato un tema e sembrava troppo corto, lo si allungava cercando di non perdere il concetto di base, magari anche figo, che si voleva esprimere, perché la forma voleva che minimo quel foglio protocollo dovesse essere intriso di parole, di giri di parole, di inchiostro.

MA

Se è davvero la sostanza che conta, se davvero un momento dura, cinque secondi, un’ora, un giorno a seconda del tipo di piacere analizzato, ci sono due aspetti predominanti.

I MOMENTI PERFETTI. Quelli in cui la luce è giusta, la musica anche, lo stato mentale pure, durano un attimo, ne valgono infiniti.

I PENSIERI RIVOLTI VERSO IL PIACERE. Le infinite volte in cui, dopo qualcosa di molto, molto bello riportiamo lì il pensiero, riproviamo quelle emozioni, riviviamo ripetutamente qualcosa che tendenzialmente non potrebbe essere ripetuto, per azione della nostra mente.