Le parole che non ti ho detto: terza lettera
Cara Carherine,
è passato un mese da quando ti ho scritto, ma mi sembra molto di più. Adesso la vita scorre come il paesaggio fuori dal finestrino di una macchina. Respiro, mangio e dormo come sempre, ma nella mia esistenza non c’è un vero scopo che richieda una partecipazione anche da parte mia. Continuo a galleggiare nella corrente, come i messaggi che ti scrivo. Non so dove sto andando, nè quando ci arriverò. Nemmeno il lavoro riesce a scacciare il mio dolore.
Le parole che ti ho sussurrato erano pura follia, e me ne sarei dovuto accorgere allora. Tu, e soltanto tu, sei l’unica cosa che abbia mai agognato, e adesso che te ne sei andata per sempre, non desidero trovare nessun’altra.
“Finchè morte non ci separi” abbiamo promesso all’altare, e sono giunto a credere che quelle parole saranno vere fino al giorno che anch’io me ne andrò da questo mondo.
Garrett