Le parole che non ti ho detto: terza lettera

Le parole che non ti ho detto: terza lettera

message in a bottle

Cara Carherine,

è passato un mese da quando ti ho scritto, ma mi sembra molto di più. Adesso la vita scorre come il paesaggio fuori dal finestrino di una macchina. Respiro, mangio e dormo come sempre, ma nella mia esistenza non c’è un vero scopo che richieda una partecipazione anche da parte mia. Continuo a galleggiare nella corrente, come i messaggi che ti scrivo. Non so dove sto andando, nè quando ci arriverò. Nemmeno il lavoro riesce a scacciare il mio dolore.
Senza te fra le braccia, sento il vuoto nella mia anima. Mi ritrovo a cercare il tuo volto tra la folla: so che è impossibile ma non posso farne a meno. La mia ricerca di te, è un’impresa interminabile, destinata al fallimento. Tu e io avevamo parlato avevamo parlato di ciò che sarebbe accaduto se le circostanze ci avessero separati, ma non posso mantenere la promessa che ti ho fatto quella notte. Mi dispiace amore mio, ma non ci sarà mai nessun’altra a sostituirti.
Le parole che ti ho sussurrato erano pura follia, e me ne sarei dovuto accorgere allora. Tu, e soltanto tu, sei l’unica cosa che abbia mai agognato, e adesso che te ne sei andata per sempre, non desidero trovare nessun’altra.
“Finchè morte non ci separi” abbiamo promesso all’altare, e sono giunto a credere che quelle parole saranno vere fino al giorno che anch’io me ne andrò da questo mondo.

Garrett