Soffrire non serve a niente

Soffrire non serve a nienteSoffrire non serve a niente

Parto da questa citazione di quell’allegrone di Pavese, la isolo e la utilizzo per il post di oggi.

Quando ognuno di noi ha raggiunto una certa maturità si è visto spiegare che il corpo umano lancia un messaggio al sistema nervoso che lo converte in dolore per preservarlo dalla reiterazione dell’atto che lo provoca (non sono propriamente un luminare scientifico ma, sebbene impreciso, penso sia chiaro).

Anche in medicina questa cosa mi ha sempre convinta poco, il sistema mi sembra alquanto imperfetto, chi soffre di malattie croniche, fossero anche solo emicranie, cosa ha da imparare da quel dolore?

Ma ancor peggio la parte di sofferenza emotiva e spirituale, cosa mai dovrebbe implementare? A mio avviso nulla di buono e molto di negativo. Ansia, insicurezza, reazioni sconsiderate, mancanza di serenità, future esperienze vissute male, diffidenza, chiusura, mancanza di fiducia nel prossimo.

Allora visto che è febbraio quindi siamo ancora in area “buoni propositi” voglio proporlo come spunto di riflessione, crescita e miglioramento.

Se soffrire non serve a niente piantiamola di soffrire.

Non la voglio fare troppo facile, voglio arrivare chiaramente a un punto. C’è una parte di sofferenza che non dipende dalla nostra volontà, quella possiamo solo subirla. Ma esiste anche quella che ci autoinfliggiamo per i motivi più svariati. Chi ha perso qualcuno di caro si chiederà sempre se un suo comportamento, atteggiamento o azione avrebbe potuto ovviare alla perdita o quanto meno rimandarla. Alle volte sembriamo proprio desiderosi di crogiolarci in un pensiero che ci ferisce, ci puniamo, spesso non sapendo neanche per che cosa. Questa è la sofferenza che non mi interessa più portare con me, che voglio lasciare indietro nel mio percorso di crescita.

Soffrire non mi fa paura, non capisco la sofferenza ma non la temo, ma ci deve essere una contropartita importante per assumersene il rischio. Per la sofferenza inutile, specie se autoinflitta, conto invece di separarmene o quanto meno di lavorarci sopra.Soffrire non serve a niente Cesare Pavese