Sto cercando come sempre di mantenere i benefici delle vacanze che quest’anno sono stati molti. Non nel senso fisico del beneficio, visto che sono tornata più stanca di quando sono partita, ma nel senso più spirituale, non vorrei veder svanire troppo presto la calma acquisita dal mio meraviglioso viaggio in oriente (se vi interessa lo trovate qui).
Come applicare tutto questo alla vita reale e quotidiana non lo so esattamente ma cerco davvero di capire quel che posso cambiare (l’ordine dei mobili di casa per esempio!) e quel che invece non è in mio potere modificare (persone, alcuni rapporti, varie ed eventuali).
Mi è lievemente d’aiuto avere un’idea prima di tutto, mia, personale, basata sul mio cervello e il mio concetto di giusto e sbagliato. Poi inevitabilmente accadranno cose in disaccordo con il mio pensiero, ma, se davvero non posso farci nulla allora ritornare al primo pensiero è l’unica cosa che posso (e voglio) fare.
Perché il concetto di giusto e sbagliato, di opportuno e inopportuno, non possono essere influenzati dagli eventi, specie se questi eventi non motivano un’opinione o un fatto divergente ma sono così, come un dogma di fede che non ho mai capito, come gli spigoli contro i quali si sbatte la mattina presto che invece mi sono molto familiari (ne sono testimoni i numerosi lividi che mi tatuano temporaneamente il corpo!).
So che non durerà? Può darsi. Ma so anche che se giochiamo per perdere prima o poi perderemo e allora tanto vale concentrarsi su obiettivi a breve termine, quelli che non possiamo perdere di vista, quelli che non possono essere rimandati al lunedì successivo…