IL MALE DEI MALI

IL MALE DEI MALI
Il male dei mali (da qui MdM) di chi non sta mai male è il mal di denti, che nel mio caso è male a un singolo stronzissimo dente che si è già manifestato in passato, sempre lui, un dente debole ma con manie di protagonismo, che si spezza e piega me, dal dolore. In due giorni ho preso più antidolorifici io, che Vicodin® il Dottor House, e caro Calcutta “lo sai che la Tachipirina® 500 se ne prendi due diventa 1000” lo so, ma io ne avevo una sola, presumibilmente scaduta, ma spero che mischiata con le 4 pastiglie di Ketodol® prese prima e con l’Augmentin® preso nel mezzo a un certo punto io riesca a non sentire più pulsare il nervetto stizzoso (nota per la commissione antidoping: farmaci assunti nella sola fascia 00-14 e 30).

 
La mia teoria è che il MdM sia karma di ritorno, quindi trascorro il mio tempo sofferente, a pensare a tutti gli uomini che ho fatto soffrire e tradito. Dal ragazzino della classe accanto, di cui non ricordo il nome, che mi portava le sorprese delle merendine in dono, fino a quello di cui ricordo benissimo il nome, a cui ho fatto prendere un aereo solo per fare in modo che nutrisse un po’ il mio ego. Una sorta di tacita confessione dei peccati al dente pulsante. E sì che, quando si sta male, almeno emotivamente, il caro insegnante di Yoga invita a concentrarsi su un pensiero felice, in un posto felice, con una sensazione felice e non a: prendere il male, mischiarlo al male fatto, aggiungere la mancanza di sonno e la concentrazione sul dente pulsante.
 
E allora ora ci voglio provare, fuori la neve, davanti un camino scoppiettante, dentro a un idromassaggio spazioso, accanto Matthew McConaughey giovane, in mano un ballon di cristallo contenente Amarone.
 
cristinafelice.altervista.org