IL MARKETING DEI PRODOTTI PER CAPELLI

Ognuno di noi crede in qualcosa, in fondo. Chi abbraccia una filosofia o una religione, chi confida in scienza e tecnologia. E poi ci siamo noi, che crediamo fermamente in qualsiasi cosa venga scritta sulla confezione di un prodotto per capelli. Abbiamo armadietti e mensole del bagno che testimoniano che non riponiamo solo profonda fiducia, ma investiamo anche patrimoni importanti per supportare interi uffici marketing e le loro magiche paroline.

Io li vedo. Ogni giorno si siedono intorno alla loro tavola rotonda, sorseggiano Champagne di ottima annata già dal primo mattino, aprono il dizionario a caso (come facevano i professori per decidere chi interrogare) ed estraggono una parola. Oggi facciamo uno shampoo…miracoloso! C’è già? Allora straordinario! Pure? Proviamo con due parole: alta e formosa! Quello passalo ai colleghi del bagnoschiuma!

Cioè non tutte, ma alcune di noi hanno capacità cognitive piuttosto sviluppate. Parliamo correntemente e correttamente una o più lingue, padroneggiamo argomenti di un certo spessore, elaboriamo teorie complesse, gestiamo staff, configuriamo PC e telefoni. Ma davanti allo scaffale “CAPELLI” del supermercato dimentichiamo tutto quello che abbiamo letto e studiato e decidiamo di credere, come in “Miracolo nella 34esima strada”.

Crediamo che le doppie punte si ricongiungeranno, perché in fondo, anche se hanno caratteri diversi, possono appianare le loro divergenze. Veneriamo l’olio che non unge mai, gli oli nella nostra setta sono sempre secchi. Ci prostriamo ai cristalli liquidi, senza i quali una piega non sarà mai veramente degna di questo nome. Perché noi valiamo, ma sommando le cifre spese, mensole e armadietti valgono un filo di più.

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