LA PACE DI CUI NON SONO CAPACE

LA PACE DI CUI NON SONO CAPACE

Ultimamente leggo spesso articoli riguardo questa nuova condizione di “equilibrio cosmico” che alla fine si risolve in una pace di cui io non sono capace e che tutto sommato non mi interessa.

Stare tranquilli è bello solo in teoria, io ho bisogno di sentirmi viva ogni giorno e sono disposta a prendermi carico della responsabilità che comporta, dei bassi che seguono gli alti, delle tenebre che seguono la luce.

Io voglio imparare qualcosa da quello che mi accade e che accade a chi mi circonda, se oggi ci siamo e domani non si sa, allora voglio una giornata con il piede sull’acceleratore o sul freno, ma non con il cruise control.

Voglio sentirmi viva, nel bene e nel male, voglio soddisfare la “fame”, placare la mia irrequietezza, respirare a pieni polmoni. Voglio sognare, progettare e fare del mio meglio per concretizzare.

Cadrò, mi rialzerò, porterò i segni, i lividi, le cicatrici per le mie scelte. Mi entusiasmerò e mi abbatterò, ma non vivrò con un rimpianto né un rimorso, non vivrò a metà per stare tranquilla.

E penso che in fondo, me la caverò.