L’ANIMALE CHE PREFERISCO

L’ANIMALE CHE PREFERISCO

Sono un paesaggio africano dai colori sfaccettati e mutevoli, sono un albero con rami grandi per abbracciare tutto ciò che mi circonda, sono il cielo carico di pioggia squarciato da prepotenti raggi di sole. E sono alta come una giraffa e veloce come un ghepardo. Sono ingenua come una gazzella e con la testa per aria come una zebra. Sono un elefante, un ippopotamo e un coccodrillo, in acqua, che combatto contro il caldo. Sono una cicogna che spiega le ali al cielo, un serpentario con la cresta punk, un avvoltoio che scruta da un ramo e un piccolo uccellino bianco che spulcia il bufalo. E sono anche il bufalo. Sono uno gnu che corre, una iena che si guarda intorno con fare circospetto, un leopardo su un albero, un babbuino giocoso e un pumba con il faccino simpatico. Sono il leone e la leonessa, impassibili e fieri ma con lo sguardo vagamente malinconico. Sono un masai, un dromedario, una mucca, un bambino scalzo che gioisce per una matita donata. Sono il mare trasparente di Zanzibar, la terra rossa delle pianure e i fili d’erba gialla del Serengeti. Sono il contorno salato e bianchissimo dello specchio d’acqua nel cratere di Ngorongoro. Sono il lago Manyara circondata dal verde rigoglioso.

Sono io l’animale che preferisco, perché sono tutti gli animali che ho osservato e tutti gli sguardi che ho incrociato.

E quelli che osserverò.

E quelli che incrocerò.