LE COSE CHE NON SO SPIEGARE

LE COSE CHE NON SO SPIEGARE

Chi racconta storie oltre alla mera descrizione di qualcosa cerca di trasferire emozioni, colori, sensazioni, non è solo scrivere, è provare a portare virtualmente chi legge in un luogo in cui non è stato. Ma spesso ci si trova davanti a limiti oggettivi, limiti fastidiosi ma doverosi da ammettere.

Come si può spiegare un concerto in cui alla quinta data nella stessa città si registra il tutto esaurito, di lunedì sera, con Jova che firma la giustificazione a un ragazzino che è lì in prima fila, come si descrive un 51enne che salta e balla senza sosta ma che soprattutto far ballare, un artista che mischia energia e poesia, che sa parlar d’amore ma diffonde anche divertimento e ogni contaminazione musicale possibile?

Come si può spiegare l’emozione della tua squadra che in 92 minuti e mezzo fa un miracolo ribaltando un risultato nefasto, e come si può descrivere la delusione di quegli ultimi trenta secondi di condanna che lasceranno intenzioni non proprio pacifiche nei confronti di arbitro e famiglia?

Come la spieghi l’ansia per qualcuno che ami, specie se non te la senti di esternarla neanche alla persona stessa, ansia immotivata, inutile, ma che ti rende incapace di portare il pensiero verso altro, che ti dimostra che l’amore ti riduce in piccoli pezzi che fanno parte di te, senza i quali non sei più tu, senza i quali non puoi neanche immaginare di vivere?

Siamo tutte le cose che non riusciamo a spiegare, noi che proviamo a raccontare storie e favole, eventi ed esperienze, viaggi e sentimenti, non sappiamo mai se qualcosa passi, se non per le parole che ci regala chi ci legge, parole d’affetto, di stima, d’amore. Le uniche parole che nella totale imperfezione e incompletezza ci portano a scrivere ancora, giorno dopo giorno.

❤cristinafelice.altervista.org❤