IL MIO PRIMO LIBRO

PER ANDARE AVANTI BISOGNA TORNARE INDIETRO

PER ANDARE AVANTI BISOGNA TORNARE INDIETRO

Quando, come me, scrivi testi brevi: post di un blog, rubriche, articoli, recensioni, materiale per aziende, a un certo punto ti chiedono sempre se hai scritto un libro o se hai un libro nel cassetto. Io credo che scrivere testi lunghi e brevi sia molto diverso, quindi rimando il romanzo della vita a tempi futuri. Ma, un po’ di tempo fa, in un periodo di cambiamenti, ho scritto questo libro, facilmente acquistabile in versione Kindle su Amazon.

Quindi in risposta alla domanda ricorrente: “quando esce il tuo libro?
Rispondo che il libro della vita prima o poi uscirà, intanto, se volete il mio primo libro: PER ANDARE AVANTI BISOGNA TORNARE INDIETRO lo trovate qui!

SINOSSI

Kris è una donna, una ragazza, che lavora in una piccola azienda come tante ce ne sono sparse per il mondo. Ogni giorno affronta colleghi dai caratteri più originali e nel frattempo porta avanti i sui interessi e le sue passioni: lo sport, una relazione, le amicizie e la famiglia. Come ognuna di noi inizia a correre la mattina presto ma non sa a che ora smetterà.

Nella seconda parte del libro Kris è più adulta, la vita è un po’ cambiata, non sostanzialmente ma ci sono situazioni diverse che con il tempo sono diventate chiare. Acune scelte si sono rese inevitabili, ma la speranza, la voglia di continuare, il desiderio di porsi sempre nuovi obiettivi la muove nonostante le difficoltà di ogni giorno.

Kris capisce che occorre guardarsi dentro e ripercorrere le esperienze più significative della sua giovane vita. Esperienze che l’hanno resa la persona che è, nel bene e nel male.

CAPITOLO
– 1 –

Cazzo, cazzo, cazzo, sono in ritardo anche oggi! Ma quanto traffico ci può essere in cinque chilometri? Salta la colazione. Saranno due mesi che non entro al bar, non che sia una grave perdita. Il cappuccino ha l’aspetto dell’acqua di risciacquo dei piatti e probabilmente anche lo stesso gusto, però rimanda di ben quattro minuti l’ingresso nella fossa dei leoni.

Otto e trentotto, parcheggiato. Entro con passo felpato, se non c’è nessuno nella mia strada forse non dovrò sentire “buongiorno” pronunciato con voce ironica, come a dire, “ci siamo divertiti ieri sera”. E poco conta che io sia uscita dall’ufficio la sera prima alle nove. Ma ecco che alle mie spalle un voce articola un “buongiorno, tutto bene?” è il capo, entra sempre tardissimo, tranne quando io sono in ritardo chiaramente. Sospetto che abbia piazzato una cimice nel mio spazzolino da denti, se entro le otto e dieci non l’ho utilizzato vuol dire che sono in ritardo e lui si precipita per potermi chiedere se va tutto bene, nella speranza che abbia una storia che giustifichi otto lunghissimi minuti di ritardo.

Ma io non ce l’ho, non ho la battuta pronta, la mia arriva in differita come le partite di calcio e quando l’ho elaborata sono ormai sola. Mi limito a un “ngrn, bn grz” purtroppo l’emisfero del mio cervello che eroga le vocali non si sveglia mai prima delle nove e venti. Una delle tante regole della R&B è “l’orario è flessibile solo in uscita”.

Giro la chiave nella serratura della mia porta, ma come ogni giorno non si apre. Parte la musica del circo, tiro, giro, cerco un piede di porco, richiudo, riapro. Telefono a Mc Gyver (già armata di bottiglietta di plastica vuota, filo elettrico e forcina). Mi risponde la sua segreteria telefonica, grrr, l’ultimo strattone e voilà aperta. Lavoro qui da ormai sette anni e contavo di rimanerci al massimo per quattro. Ma  questo è l’ultimo anno, me lo riprometto, non posso andare avanti così.

Se il primo capitolo ti ha incuriosito, ordinalo qui e fammi poi sapere se ti è piaciuto!

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