SBAGLIARE SENZA CATENE

SBAGLIARE SENZA CATENE

Siamo i bambini che camminavano in equilibrio su qualsiasi muretto, i figli di “attento che cadi”, “poi ti fai male”, “guarda che finisci all’ospedale”. Siamo i bambini a cui tendevano la mano, anche quando non la afferravamo, che prendevano in braccio quando il divario tra suolo e muretto diventava un po’ troppo netto.

Se ci avessero fatti tornare indietro ogni volta, se invece di “attento che cadi” ci avessero detto “resta in equilibrio”, forse oggi non averemo paura dei nostri errori, non così tanto. Chiederemmo consigli per poi seguirli, e se nel percorso vedessimo il corrispettivo di un burrone, concreto o emotivo, forse avremmo il coraggio di tornare indietro, se non all’inizio, almeno prima del precipizio.

E invece chiediamo consigli per non seguirli, come se, dimostrare che si sbagliavano tutti, fosse il nostro unico scopo. In equilibrio lato burrone ci aspettiamo di non cadere e di essere sempre l’eccezione. Crediamo nella conversione: dei corpi, delle anime, delle idee. Crediamo che la nostre parte luccicante la vedano tutti, dimenticando che c’è chi indossa occhiali, lenti e paraocchi.

In verità, in verità vi dico: che sbagliare va bene basta farlo senza catene. Sbagliare liberi, strafottenti, aspettandosi di rompersi tutti i denti. Sbagliare per il gusto di qualcosa che ci si è vietato, qualcosa di palesemente sbagliato, di sfacciatamente negato. Vivere l’errore come una parantesi, senza aspettative di cambiamenti. Propri o di altri poco importa. Sbagliare per il sapore di un momento felice, senza il retrogusto amaro di una cicatrice.

❤ cristinafelice.altervista.org ❤

2 Risposte a “SBAGLIARE SENZA CATENE”

    1. In bilico a ogni passo, con il rischio di cadere che non toglie però la voglia di buttarsi e provare…

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