SUDDITANZA, DIPENDENZA, SOGGEZIONE

SUDDITANZA, DIPENDENZA, SOGGEZIONE

(e relativi rimedi)

Se anche voi vivete nel meraviglioso mondo dell’ansia vi sarete inventati 680 modi per sopravvivere, uno dei miei è dissezionare il disagio per coglierne l’essenza, vale a dire: cosa mi sta dando fastidio esattamente? Il disagio è così, esiste. Quindi o fingi di ignorarlo e ti curi l’ulcera. O fingi di essergli amico e provi a comprendere perché invece di essere una gioia è diventato un disagio. Se i suoi genitori non gli volessero bene da piccolo, se avesse a che fare con i bulli a scuola, se è stato friendzonato da una che gli piaceva parecchissimo.

Il mio disagio della settimana si chiama “sudditanza”, ovvero quella forma di dipendenza e soggezione che pochi, pochissimi individui sono stati in grado di scaturire in me. Ne parlo al passato perché è davvero qualcosa di antico ma, purtroppo, ho sentito, a pelle, una presenza nel presente.

Che cosa devo fare?

Inspira, espira, ignora.

Io con certi personaggi avevo proprio l’ansia della risposta e della risposta successiva. Volevo sempre essere brillante e simpatica, volevo dire subito, rispondere subito, volevo un neon luminoso con una freccia sulla testa che attirasse l’attenzione su di me. Perché anche chi oggi è una persona sicura di sé ha percorso un cammino impervio per arrivarci.

Poi diventi grande, per fortuna, non è un problema di età ma di percorso, di tutte le ore spese a pensare e a cercare di capire. Ma più di ogni altra cosa è importante quello che sei, che sai di essere e di voler diventare. E a chi consenti di entrare.

Impara a lasciare fuori chi ha provato a farti del male, e magari c’è pure riuscito. Chi ha USATO il tuo affetto, il tuo amore, le tue attenzioni. Chi non c’era. Chi non sapeva. Chi ti ingannava.

Lascia fuori chi ha giocato a perderti, ora ha vinto.

cristinafelice.altervista.org