SULLE FRASI STRUGGENTI E ALTRE SOCIAL FOLLIE DEI NOSTRI TEMPI

SULLE FRASI STRUGGENTI E ALTRE SOCIAL FOLLIE DEI NOSTRI TEMPI

Non so quante volte al giorno io legga frasi struggenti postate sui social che sono palesemente messaggi privati occultati male.

Siamo tutti fatti di umori altalenanti, picchi ormonali e insani giramenti di palle, tutti, e va bene finché qualcuno, a un certo punto, passa all’azione, delineando due precisi profili.

Da una parte il destinatario, una persona che mette tutto in dubbio, anche solo per falsa modestia o per evitare una colossale figura di merda, che tra sé e sé dice: “sai cosa? Che se ha qualcosa da dirmi il mio numero ce l’ha, sticazzi”. Il re dello sticazzi per Zerocalcare è il piccione, io mi avvalgo del fetonte dalla coda bianca, ammiccante volatile seychellese.

Par contre, il mittente vive di certezze, ovvero pensa di lanciare messaggi chiari, sia come contenuto, sia come destinatario, e attende una risposta coltivando una gastrite che molto probabilmente si trasformerà in ulcera. Il mittente non è cattivo, non ha solo le palle per rischiare, o forse pensa che dall’altra parte ci sia ancora uno spazietto in cui insinuarsi, e magari c’è pure.

Se solo trovasse il coraggio per scrivere in privato, per chiarire, per palesare.

Quindi.

Se avete un messaggio che volete arrivi, inviatelo forte e chiaro! La terza spunta di WhatsApp per confermarne la comprensione arriverà, ma per ora non c’è. Accettate eventuali rifiuti, si impara soprattutto da quelli, non intaccano la fedina penale, tranquilli.

E già che ci siamo.

Un like non è una promessa è un like, idem se è quello a cuoricino, se uno vuole sposarvi ve lo chiede, se vuole portarvi a letto pure, fatevi anche i film ma stanziate un budget congruo finché non siete sicuri di trovare almeno un investitore!

La messa è finita, andate in pace.

cristinafelice.altervista.org