SULLO SPAZIO, GLI SPAZI E LA COMODITA’ DEGLI GNOCCHI

SULLO SPAZIO, GLI SPAZI E LA COMODITA’ DEGLI GNOCCHI

Prima immergi in acqua fredda le patate rosse (o di montagna) con la buccia; accendi il fuoco; le infilzi un po’ di volte finché non saranno cotte; le schiacci (c’è chi le spela prima ma non ho mai trovato utile bruciarsi le dita); poi rompi un uovo e lo amalgami bene; infine aggiungi la farina. Quando ero piccola e chiedevo una ricetta a qualcuno che già cucinava, la risposta costante in tema “dosi” era: “a occhio”. Due parole che mi hanno sempre fatta irritare moltissimo. Oggi sono io che non ho una ricetta con quantità precise, perché la cucina, quella che pratichi per amore, quella che non porta alcun obbligo con sé, la devi un po’ vivere e sentire. Mentre disponevo gli gnocchi su quattro vassoi distinti, ben attenta a tenerli separati che altrimenti fanno gruppetto e non li governi più, ho pensato allo spazio, agli spazi, alla comodità degli gnocchi.

E mi è venuto in mente qualcosa che ho letto e sentito, un argomento che ho a lungo dibattuto: FINCHÉ NON LIBERI SPAZIO NON CONSENTI A NESSUNO DI ENTRARE.

Uno dei miei primi esperimenti culinari è stata una torta. La ricetta parlava di tuorlo e albume, separatamente. Ma io avevo la fretta del principiante, produssi una frittata esteticamente appagante ma dal gusto veramente aberrante. Ognuno di noi ha fatto zuppe blu e casini in amore. Frittate che dovevano essere torte e amicizie che dovevano essere per sempre. Ma non si smette di cucinare se un piatto è riuscito male e non si smette di amare se una storia è andata a puttane. Si raschiano le teglie e il cuore. Si puliscono piani d’appoggio e si liberano menti in ostaggio. Si imparano a separare i tuorli dagli albumi, le buone dalle cattive esperienze. A dosare ingredienti e sentimenti. A fare spazio a tavola per un nuovo ospite e nel cuore per un nuovo amore.

❤cristinafelice.altervista.org❤