UN RAGIONAMENTO PUÒ ESSERE SBAGLIATO, UN’EMOZIONE NO
“Per te sono solo una sfida” mi disse una persona molto carismatica che conobbi anni fa. Lui lo sapeva, ma sperava di sbagliarsi; io lo sapevo, ma le sfide mi è sempre piaciuto vincerle. Quella frase me la ricordo ancora perché emblematica, ma in realtà ce ne sono altre, molto meno d’effetto, ma ugualmente difficili da dimenticare. Il motivo è che per la prima volta, invece di puntare il dito sui miei pregi e i miei difetti, amava raccontarmi come lui si sentisse a fronte di un mio gesto o una mia affermazione.
Forse ho imparato da lui a non giudicare le persone.
Un giudizio si basa sul principio di erigersi al di sopra della o delle parti e, più o meno delicatamente, sentenziare, pronunciare un verdetto. Sentenze impugnabili, attaccabili, discutibili. Ma se una parola ti scalda il cuore, un gesto ti fa sognare, un atteggiamento ti fa sperare si è di fronte a una dato incontrovertibile. Primo perché cambia il soggetto. Secondo perché nessuno può dire all’altro che questo non sia vero o verosimile.Si può solo accettarlo e, si spera, apprezzarlo.
Gioco, partita, incontro.
Un ragionamento può essere sbagliato, un’emozione no.
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