Uscire dal tunnel è come disintossicarsi dall’eroina

Uscire dal tunnel è come disintossicarsi dall’eroina

luce in fondo al tunnel

E’ con le parole che seguono che viene descritto in Shantaram il processo di disintossicazione dall’eroina:

“Pensa a tutte le volte nella tua vita che hai avuto paura, ma paura sul serio. Qualcuno che striscia alle tue spalle quando credi di essere da solo, e urla per spaventarti. Una banda di teppisti che ti circonda. Quando in un sogno cadi da una grande altezza, o sei in bilico su un precipizio. Qualcuno che ti tiene sotto l’acqua, e senti che il respiro ti manca, e ti agiti, cerchi di divincolarti, di tornare verso la superficie. Perdi il controllo dell’auto e vedi che stai finendo contro un muro e urli ma non esce alcun suono.

 Bene, somma tutti questi terrori, e percepiscili tutti in una volta, nello stesso istante, un’ora dopo l’altra, giorno dopo giorno.

 E pensa ai dolori che hai provato… la scottatura con l’olio bollente, il taglio con un vetro affilato, un osso che si rompe, il pietrisco che ti scortica quando scivoli e cadi su una strada d’inverno, il mal di testa, il mal d’orecchi e il mal di denti.

 Sommali insieme, mescola tutte le sensazioni che ti strizzano le budella e ti fanno rabbrividire, e provale tutte in una volta, un’ora dopo l’altra, giorno dopo giorno.

 Poi pensa a tutte le angosce che hai sperimentato. Ricorda la morte di una persona cara. Il rifiuto di una persona che amavi. Ricorda i sentimenti di fallimento, vergogna e il rimorso più amaro.

 Sommali insieme, mescola tutte le pene che ti hanno trafitto il cuore e provale tutte in una volta, un’ora dopo l’altra, giorno dopo giorno.

 Questa è l’astinenza, ciò che provi quando smetti di farti di eroina senza l’aiuto di altre sostanze. È come essere scuoiati vivi.”

 

Questo dovrebbero affiggerlo come pubblico manifesto, sia mai che qualcuno prima di cacciarsi un ago in un braccio (o di assumere la sostanza diversamente) ci pensi un po’ di volte.Uscire dal tunnel è come disintossicarsi dall’eroina

Questa considerazione a parte, uscire dal tunnel fa schifo o almeno questa è la prima sensazione che si avverte. Disgusto è la parola che mi sento di usare. E la luce, in fondo al maledetto tunnel, non la si vede finché non si sceglie di vederla. Perché si sceglie. Siamo persone diverse, uniche e inimitabili, ognuno affronta i momenti bui in modo diverso, ma fuori si può uscirne in un solo modo. Volendolo fare. Amando moltissimo se stessi.

Qualsiasi sia il tunnel dentro al quale vi trovate, sappiate che non ci siete nati dentro. Nei tunnel ci si entra, più o meno consapevolmente, ma ci si entra sempre. E potete uscirne. Ci sarà qualcuno a tendervi una mano, se siete delle belle persone, altrimenti forse è meglio che affondiate nella melma, il mondo non ha bisogno di altra gente inutile. Se ci siete stati, per pochi o per tanti, il bene che avete fatto tornerà, torna sempre, così come il male. E torna tutto più grande di come è partito. Afferrate quelle mani ma non dimenticate di mettere forza in gambe e braccia, tanto dipende da voi.

A un certo punto vi sentirete persone vuote, incapaci di dare, cambiati in peggio. E’ solo una fase.

Con il tempo scoprirete che tutta quella fatica è servita, che c’è del bene che vi aspetta. Bene che non avreste mai avuto, ottenuto e forse neanche realmente desiderato finché eravate bloccati nel buio cunicolo. Io non so dirvi quante e quali cose dobbiamo capire prima di star bene e non riesco a dirvi che sia giusto così. Ma è così. La vita non è una passeggiata, penso che ve ne foste accorti anche da soli. Ma è l’unica che al momento siamo in grado di conoscere, l’unica che è qui oggi. E oggi potrebbe essere il giorno più bello della vostra vita. O l’ultimo. O uno dei tanti. Se tante cose non dipendono strettamente da noi, altre, poche, sono solo frutto di quel che vogliamo.

Io voglio stare bene, e voi?

Io voglio stare bene