VESSAZIONI MATTUTINE

VESSAZIONI MATTUTINE

È cambiata l’ora, grazie perché in effetti eravamo già tutti estremamente riposati, questo furto di sonno ci voleva proprio, grazie soprattutto ai telefoni, moderni custodi del nostro risveglio mattutino, per sistemarsi da soli, questa cosa di lancette avanti e indietro io non la so mai. Grazie, grazie. Questo brusco risveglio mi ha fatto pensare intensamente alle tizie di Starbucks, quelle che la mattina tu sei ancora morto, tenti un caffè per gridare al miracolo della resurrezione e vorresti ordinare proprio un caffè. Ma non te lo consentono. Lo vuoi piccolo, medio o grande. Piccolo vah, grazie. Lo vuoi con il latte? No, grazie. Con la panna? No, grazie. Con la cannella? Ma perché mai. D’orzo? Dimmi che stai scherzando. Ci cacciamo dentro dei mini Marshmallow? Nooo porca troia voglio un caffè, o meglio vorrei un espresso da un Euro, con il suo buon bicchierino d’acqua frizzante accanto e un barista muto, così come avviene in Italia ma ho questo vizio di voler viaggiare che mi porta lontano dai miei bar di fiducia. Compreso quel che volevi davvero cioè un caffè senza centomila domande, vogliono sapere il tuo nome per scriverlo a chiare lettere sul bicchiere, io lo immagino il colloquio da Starbucks dove prendono solo cagacazzo dalle infinite domande e fanno prove di calligrafia su un foglio protocollo a quadretti. E ringrazio mia mamma di avermi dato un nome comprensibile in tutto il mondo perché te lo fanno pure ripetere, ci sta eh, magari tu sei cresciuta a Brooklin e il tizio arriva dalla Lapponia e si chiama Jaakoppi ma se non lo capisci scrivi un’iniziale, un numero, una stellina, gli devi passare il caffè quando quella brodaglia sarà pronta non stipulare un atto di compravendita immobiliare!

Qualora aveste dei dubbi, no, non mi sono svegliata qui.

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