SULLA BELLEZZA

SULLA BELLEZZA

“Uscivo con un uomo molto bello” disse lei, eravamo all’ombra, accanto alla scalinata della chiesa sulla piazza principale di Cienfuegos, ordinata, pulita, dall’architettura perfetta. “Era proprio bello sai, ma era come Cienfuegos, bellissimo fuori, ma un po’ vuoto dentro”. Lo sguardo era di quelli persi nei ricordi, ma non nella malinconia. “Un giorno gli chiesi quale fosse la sua città preferita qui a Cuba, lui mi rispose proprio Cienfuegos, a distanza di tempo capii…”. Capii anch’io, due cose. Capii che di persone così ne avevo conosciute tante anch’io, belle, di solito talmente prese dalla propria bellezza da indurmi a trovare infiniti difetti. Capii che amare o non amare una città è spesso soggettivo, dipende da con che occhi la guardi quella città, da con chi sei, da quando ci vai. Ma quando eleggi una città alla tua preferita hai compiuto una scelta precisa che un po’ parla di te. Di città che non mi siano realmente piaciute nei miei viaggi ne annovero davvero poche, credo che comprenderne l’essenza, entrare in loro e permettere a loro di possederti ti metta in comunicazione in modo più elevato della mera bellezza. Non so se sarei in grado di rispondere univocamente a una domanda come quella, avrei cento risposte, tutte ugualmente valide, tutte ampiamente motivabili. Ma ho imparato a farla anch’io quella domanda, più o meno nello specifico, perché non è solo viaggiare, è anche e come si viaggia, è anche e soprattutto con che occhi si guarda il mondo, è quello che c’è oltre l’architettura più o meno perfetta. La bellezza io l’ho trovata negli occhi e nelle parole delle persone che ho incontrato, nelle storie che mi hanno raccontato. Perché una cosa è la bellezza, un’altra è il fascino.

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