Le lacrime degli scrittori sono spesso asciutte, si vede che le pagine bianche hanno la capacità di assorbirle ancor prima che scorrano. Quarantatré anni, una salute schifosina da sempre, ha finalmente smesso di soffrire ma purtroppo anche di tenermi compagnia in questa vita.
Barbara era la mia insegnante al master in comunicazione e organizzazione di eventi, al termine del quale siamo rimaste in contatto e poi diventate amiche. Cri Cri (per il mio nome) e Cra Cra (perché Barbara era spesso color verde ranocchia, sempre a causa della sua salute di ferro), li aveva inventati lei e composti una sera con i salatini a forma di lettere dell’alfabeto.
Sarò sempre grata a smartphone e social senza i quali questa immagine sarebbe andata persa.
Per chi crede, questi sono momenti in cui rifugiarsi nella fede per raccomandare il caro estinto alla propria divinità di fiducia. Per chi non crede, resta quel che di buono quella persona ha fatto in vita, ci ha trasmesso e ci ha lasciato. Sono le affinità elettive quelle che ci legano agli amici, spesso le cose in comune sono marginali. Io e Barbara ci volevamo bene ma mai due persone potevano essere più diverse.
Conserverò il senso dell’amicizia, la passione per il lavoro e per i progetti ad esso legato, specie se difficili da realizzare. E penserò a lei ogni volta che acquisterò un cosmetico di grande marca, la sua grande passione, che mi ha portato ad avere nella borsa un lucidalabbra di YSL, comprato con lei e su suo consiglio, nella profumeria in cui ci capitava periodicamente di sbirciare le offerte.
Voglio ricordarla con questa immagine felice, nell’unica vacanza che ricordo abbia fatto, con Nato Stanco (Leonida all’anagrafe canina) e il suo compagno di sempre a scattare la foto.