LECCA-LECCA, OMBRELLONI E INTERNI DI GIACCONI ARANCIONI

LECCA-LECCA, OMBRELLONI E INTERNI DI GIACCONI ARANCIONI

Ieri ero in visita in una località marina: condomini con bilocali tutti uguali da 5 “comodi” posti letto; tabaccaio che vende anche infradito quasi Havaianas, costumi con le bretelle spesse e gonfiabili poco instagrammabili; un gelataio e un parrucchiere per ogni attraversamento pedonale.

Ero seduta all’ombra di un ulivo a sorseggiare un caffè gelato, avevo letto il giornale, visitato una chiesa e un parco monumentale. Vedo avanzare un bambino con un lecca-lecca arancione in bocca, dietro il genitore o chi ne fa le veci. L’infante si ferma davanti al cartellone dei gelati, punta il dito, desiderio esaudito.

E in questi giorni di ombrelloni e lecca-lecca arancioni mi è tornato in mente l’interno del mio bomber blu. Negli anni ’90 c’erano meno cose da desiderare, i ragazzi non erano ancora un target, ma quella giacca, femminile come un sacco di juta, io la volevo tanto. Per dimostrarlo la chiesi per Natale e Pasqua, arrivò poi per il compleanno.

Ho pensato a quanta gioia doni desiderare.

Attendere, sperando che un dono potesse arrivare mi ha insegnato a ponderare e valutare. Ancora oggi, prima di acquistare, voglio essere certa di ciò che sto per possedere. Ancora oggi, prima di scegliere qualcuno che cammini al mio fianco, voglio essere sicura di donargli tempo, cura, amore e un tocco di ogni bella sensazione arancione.

❤cristinafelice.altervista.org❤