BUCO ROTONDO FORMINA QUADRATA

BUCO ROTONDO FORMINA QUADRATA

BUCO ROTONDO FORMINA QUADRATA

La mia regola aurea è: mai finire i libri e film che non mi piacciono. Cinema e lettura sono passioni, non obblighi di legge, forse non siamo compatibili, forse non è il momento. Lasciamoci con un tiepido arrivederci e diamoci la possibilità di amarci più in là (questo credo di averlo detto anche a qualche umano!).

Mi sono ostinata, in passato.

In storie assurde, in testi a me ostili e in film demoniaci, ma poi ho scelto la pace: buco rotondo formina quadrata, non ci incastriamo. Magari un giorno, allargando il tondo o smussando gli angoli del quadrato, ma ora non è tempo per noi. E delle volte mi dispiace molto ma mi dispiacerebbe di più perdere tempo.

Con l’arte è tutta un’altra cosa.

Io vado a vedere “cose strane”, in realtà io provo ad andare a vedere di tutto, ma ho questa predilezione per l’arte contemporanea e provo a spiegarne i motivi, che non sono solo i miei, quindi qualcun* magari si riconosce e chi è un po’ scettic* magari si avvicina, offre a questo mondo “strano” una possibilità.

Partiamo da libri e film, per esempio.

Uno può leggersi i grandi classici, guardarsi ogni pietra miliare della filmografia mondiale, ma, se cerca qualcosa che parli la sua lingua e sia vicino alla sua anima, a ciò che prova e che sta vivendo qui e ora, in questa finestra spazio temporale, più facilmente troverà corrispondenza in qualcosa di attuale, di moderno.

Per l’arte la questione è molto simile.

Entriamo in un museo, nel più bel museo del mondo, diciamo il Louvre? Ci sono centinaia di opere d’arte stratosferiche, cavalli e condottieri, tecniche pittoriche, nomi che anche un abitante delle foreste per osmosi conosce. È tutto meraviglioso ed è da vedere anche quello, io al Louvre sono stata una decina di volte.

Ma anche in gallerie, fondazioni, hangar e silos.

E dovete per forza entrare per capire come ci si sente quando si varcano soglie di sale enormi, magari buie o avvolte dalla nebbia o tutte di un unico colore. Poche opere, magari soltanto una, che ha un suo significato ma che può assumerne un altro non solo in base a chi guarda, ma anche a come si sente.

Se potete andateci e poi tornateci di nuovo.

Nel prossimo post vi racconto Metronome di Sarah Sze fino all’11.02.2024 alle OGR a Torino


💕 cristinafelice.altervista.org 💕