DISCORSO SEMISERIO SULLA GENTE CHE SCELGO DI ESCLUDERE DALLA MIA VITA

DISCORSO SEMISERIO SULLA GENTE CHE SCELGO DI ESCLUDERE DALLA MIA VITA

Anni fa le mie amiche mi regalarono un libro per la sua copertina, si chiamava “Il diario di una vera stronza”, ci ridemmo su molto, perché di fatto è questa l’impressione che io posso dare a chi non mi conosce. E a me sta benissimo.  Mi sta bene pure se lo pensate conoscendomi, questo post nel caso è per spiegare cosa ci sia dietro una vera stronza!

Io non ho avuto una vita semplicissima, ma non ce l’ha avuta una cifra di gente, non mi piango addosso e non amo i “mi dispiace” di circostanza. Allo stesso modo mi sono anche un po’ rotta di sentire “ma tu sei forte”. Tutti siamo quel che scegliamo di essere e spesso essere “rocciosi” è semplicemente l’unica opzione per chi deve essere forte per sé e per altri. Tutto ciò per dire che io ho bisogno di stare bene.

Le persone che ho accantonato sono quelle che non concorrevano alla mia felicità, qualcuno addirittura ha provato o pensato di ostacolarla e allora ciao. Io credo negli esseri umani, giusto un po’ meno di Mengoni, ritengo di essere anche una persona piuttosto buona, ma se mi pesti un piede (metaforicamente parlando) sei morto, sei fuori, sei eliminato. Sbagliamo tutti, ma è la capacità di recuperare che fa la differenza.

Che sia vita virtuale o reale io sono sempre la stessa persona. Quindi. Se parli a monosillabi e/o non hai niente da dire e/o mi annoi, ti blocco. Se sei un razzista, fondamentalista, arrogante, presuntuoso, ti blocco. Se le tue parole vanno oltre il rapporto instaurato, se risulti invadente, volgare, folle, pedante, ti blocco. Se non ho piacere tu sappia i fatti miei a causa di chi sei, conosci o frequenti, ti blocco.

Ed è per questo che da un po’ di tempo ho intorno solo persone stratosferiche, fighe all’inverisimile, brillanti, incasinate, giocose, serie, impegnate, autoironiche. Persone che facilmente non hanno avuto la vita più semplice del mondo, che hanno ricevuto portoni in faccia, batoste, che se hanno un sogno devono comprarsi un cassetto e montarlo per mettercelo dentro, ma un po’ di tempo fa mi sono promessa delle cose.

Mi sono promessa di guardare il mio telefono e sorridere per ogni cosa al suo interno: foto, messaggi, chiamate entranti, uscenti, rubrica, email. Mi sono promessa di scegliere la solitudine a compagnie vuote, ma soprattutto di non sentirmi mai più sola in presenza di qualcuno. E da allora, da quando ho scelto me sopra ogni altra cosa, ho mantenuto le mie promesse. Ma ne ho altre a cui far fede, molte altre.