ESPRIMI UN DESIDERIO

ESPRIMI UN DESIDERIO

Spegnere candeline non è una cosa che faccio proprio tutti i giorni, tra non far cadere la cera sul dolce e abbozzare una posa decente per le foto, al desiderio ci ho pensato solo ieri, alla torta numero tre, meglio tardi che mai! In quei due o tre secondi di scansione mentale in cui dovrebbero emergere i desideri più ardenti, la mia mente non ha prodotto nulla.

O meglio, nulla di considerabile davvero un desiderio. “Vorrei che non arrivassero bollette troppo alte visto il mio stile di vita un po’ troppo disinvolto dell’ultimo periodo”, non è un desiderio da candeline di compleanno!

Candeline di compleanno, stelle cadenti, lampade da sfregare, divinità pagane, fatine dei denti, ti ci puoi affidare solo se ci credi, anche solo un pochino ma ci devi credere.

Ma forse la vera questione è che cosa desideri e come a quel desiderio vuoi arrivare. Io non vorrei per esempio che mi chiamasse un editore dicendo “ohi Cri, abbiamo deciso di metterti sotto contratto per tuoi prossimi diecimila post e dieci libri perché Aladino, Ganesh o le candeline del tuo trentaquattresimo compleanno ce l’hanno suggerito”, cioè io ci voglio arrivare perché sono brava non per raccomandazioni, di umani o divini che siano.

Ci sarebbe l’amore, ma il desiderio quale sarebbe? L’uomo perfetto? Innamorarsi? Essere amati? Un amore corrisposto? Ma che tipo di amore? Per quanto tempo? Quante postille si possono mettere a un desiderio? No, l’amore no, quello è come il Natale, quando arriva, arriva!

Ci sarebbe la salute, che avendo una certa età e una discreta ansia (ho ancora la tosse, attenzione allame tisi e SARS) non sarebbe male, ma in fondo so che in uno dei miei viaggio finirò da uno shiamano o una curandera a seppellire tre foglie e ballarci intorno, quindi quella è già a posto!

Resta la ricchezza, magari alla prossima candelina provo a desiderare una vincita alla lotteria, funzionerà anche se non si compra il biglietto vero?!

cristinafelice.altervista.org