MEGLIO O PEGGIO?

“C’è chi sta peggio” è una frase che mi fa cadere le molle dal cervello. Non ho mai capito per quale oscura ragione, sapere che qualcuno stia peggio di me (ed è palese che io già lo sappia, per altro) debba rinfrancarmi. E non penso neanche di essere la persona più empatica e sensibile del pianeta, anzi, per dirla tutta sono pure un po’ stronza.

Cioè, di base mi pare la stessa follia di quando da piccoli ci dicevano di mangiare quello che avevamo nel piatto, perché i bambini del terzo mondo morivano di fame. La prima cosa che mi andava di fare, era di preparare un pacco umanitario per quei poveri bimbi che non avevano il cibo. Voglio dire, bella egoista di merda a finire tutto quello che hai nel piatto quando puoi divederlo con chi non ce l’ha.

Credo sia partito tutto così: mi hanno insegnato a pensare, mi hanno dato in mano dei libri e invece potevo rimanere ignorante e soffrire un millesimo. Ma sarei stata meglio o peggio?

Ecco forse dove sta il punto: meglio o peggio? Dobbiamo solo decidere se la comparazione vogliamo farla con gli altri o con noi stessi.

Se gli altri diventassero ispirazione, modelli da imitare o evitare.

Se noi giorno dopo giorno diventassimo la versione migliore di quello che vogliamo e possiamo essere.

Se il tuo peggio lo stabilisci tu, ma anche il tuo meglio, se hai capito che la maggior parte delle cose sono nelle tue mani e su quelle che non puoi controllare non ci puoi fare davvero nulla.

Torino – Fontana dei 12 mesi – Foto di Cristina Felice

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