NON AVERE UN VERSO

NON AVERE UN VERSO

NON AVERE UN VERSO

Per ragioni di forza maggiore che non esamineremo in questa sede, i miei spostamenti sono in mano a Waze. Strumento perfetto se lo si usa di rado, l’utilizzo quotidiano mi fa comprendere che in certi luoghi ha meno voglia di andare di quanta ne abbia io, cosa che per altro non pensavo possibile.

Forse è l’evoluzione dell’AI, il navigatore empatico.

Al prossimo giro mi sa che prendo quello motivazionale, che quando non hai voglia di andare nei posti, prima ti tira su il morale e ti offre ragioni migliori per andare del “sei povera, ti tocca”, e poi nel tragitto ti trova un outlet di scarpe e un forno nascosto che fa le pizzette più buone del mondo.

Cambio strada perché devo, senza trovare le mie.

Ho quella sensazione assurda che mi capita di tanto in tanto al mercato. Spesso si tratta di un banco di vestiti eleganti, stock di qualche negozio che ha chiuso o riassortito. Prendo in mano un lembo di tessuto, lo giro, cerco una manica, una cerniera, lo capovolgo, ma nulla, pare non avere un verso.

Nei miei archivi ci sono luoghi che non frequento.

Posti in città, talmente scomodi che li tengo lì, mai dovessi sbagliare strada o essere obbligata (come ora) ad andare in zone che non mi piacciano a fare cose che non mi va di fare, almeno ho l’elenco di panifici e outlet. E invece niente, sono ancora (e sempre) nel posto sbagliato.

Ma pare che un lato positivo ci sia, lo si trovi.

Come questa volta, per caso, da lontano sembra un tempio, complice il cielo di un colore surreale, per un secondo ci sentiamo nel sud est asiatico, davanti all’apparizione di un tempio. Poi prendiamo i dovuti punti di riferimento e capiamo che ci troviamo in centro, solo arrivando dall’altro lato.

In foto la Cappella della Sindone o Cappella del Guarini (1680) vista da una (per me) insolita prospettiva.

💕 cristinafelice.altervista.org 💕