POSSIAMO ANCORA E SEMPRE ESSERE TUTTO
Ero al Cosmoprof per lavoro quando, davanti a me, si palesa un gigante photo booth con la copertina di Elle che mi ha ricordato il biennio 2009/2010 e quelle strane foto che mettevamo su Facebook con noi che uscivamo dai tabelloni di Times Square, dai libri, dalla copertina di Vogue.
Ve le ho messe tutte. Non viviamo di ricordi, ma ogni tanto sono una benedizione.
Ne parlavo ieri sera con la mia amica Marina, con la quale abbiamo fatto viaggi, cene e degustazioni e ancora quelle tavolate delle immense compagnie di cui cantava Max Pezzali. Non siamo più quelle persone lì ma lo siamo state e abbiamo amato tutto, ci siamo divertite un sacco.
Ho anche scoperto che il nostro quintetto veniva definito loggia massonica, va beh.
Eravamo in effetti una società, non troppo segreta, che faceva cene a tema (rigorosamente: foto, si mangia e poi le postiamo con calma). 5 persone le cui vite sono cambiate milioni di volte, come le vite di tutt*. Siamo quello che siamo anche grazie a quelle che eravamo.
Michela Murgia sosteneva che le amicizie irripetibili sono quelle dei 16/17 anni.
Amici che ti fossero testimoni quando potevi ancora essere tutto, dice. Mi dispiace, ma non sono d’accordo. Intanto perché possiamo ancora e sempre essere tutto, e possiamo essere vicendevoli testimoni. Poi perché non c’è una data, un’età, una scadenza, in cui si smette di conoscersi e legarsi.
È un’attività che non ha fine e confine, comunque accada, che sia un caso o meno.
In una vita tempestata da problemi, incertezze, stanchezza e scazzi – quelle famiglie lì, quelle che ci siamo costruit* lontano da quella da cui arriviamo e da quella che ci siamo creat* o che ci creeremo, legata a una relazione sentimentale – gli amici sono e saranno l’unico punto fermo.
Se ne andranno, torneranno, ce ne andremo, torneremo, intersecheremo le nostre strade con altre strade, storie, zaini, visioni, futuri. Alcuni dei quali saranno insieme.
