ISTANTANEE DI AUTENTICA SPENSIERATEZZA

Se la spensieratezza fosse una danza, sarebbe danza classica, non il lago dei cigni e i suoi attimi struggenti, non il balletto Bol’šoj di Mosca. Ma bambine che volteggiano asincrone, vanitose nei loro tutù rosa.

Se fosse un rumore, sarebbe quello sordo, di un lago di montagna, dove nessun gestore telefonico ha impiantato ripetitori. I passi degli altri camminatori, un cenno di saluto, i respiri più o meno affaticati.

Se fosse un colore, sarebbe quello delle bolle di sapone, un arcobaleno impalpabile e trasparente, che dura un istante, del quale non resta niente.

Se fosse un momento, sarebbe quello prima dell’infatuazione, quello in cui le farfalle sono ancora bruchi, dove non è dato sapere niente e niente si chiede. Quello dove si fa la ruota, come il pavone, per farsi vedere.

cristinafelice.altervista.org